______________Protagonisti storici e recenti_______________

In questa pagina un piccolo ma doveroso omaggio agli alpinisti storici e più recenti che hanno fatto la storia delle nostre pareti e montagne.

Antonio Berti (1882-1956)

Vicentino. Grande protagonista dell'alpinismo d'inizio secolo scorso, soprattutto dal punto di vista bibliografico. Primo salitore del monte Baffelan per la parete S (via Berti-Carugati) e autore di numerose altre salite sulle Piccole - a lui si devono le stesure delle prime guide alpinistiche italiane negli anni 1930/40.


Severino Casara (1903-1978)

Alpinista, scrittore e regista di film di montagna nato a Vicenza. Oltre a numerosi itinerari aperti in Dolomiti (arrampica insieme ad Emilio Comici e con lui traccia due vie su Cima d'Auronzo e sul Salame del Sassolungo), sue sono alcune vie aperte in zona tra cui lo spigolo O del Baffelan. 


Raffaele Carlesso (1908-2000)

Dal 1932 al 1940 risiede in provincia di Vicenza per lavoro e apre in zona alcune vie di arrampicata a tutt'oggi splendide (Sojo Rosso, Sojo d'Uderle, Baffelan, p.ta Sibele, Sisilla...) per poi spostarsi nelle Dolomiti dove sono divenute maggiormente famose le sue ardite scalate. Morto di vecchiaia nella sua natia terra friulana.


Gino Soldà (Valdagno 1907-1989)

Inizia a scalare da primo di cordata ancora a 17 anni. In età adulta diviene uno dei maggiori scalatori del suo periodo con vie di difficoltà VI e VII. Sue alcune realizzazioni in zona molto belle e ancora percorse: Sibele, Dito di Dio, Sisilla, 2 Sorelle, Baffelan, Cornetto, Denti del Diavolo. Meglio note alcune sue prime realizzazioni in Dolomiti: Sassolungo e Marmolada. Partecipò alla spedizione sul K2 nel 1954. Muore di vecchiaia nella sua casa di Recoaro Terme.


Mario Boschetti (1922-2002)

Nasce a Schio e dal 1948 al 1973 apre numerosi e ancor oggi ripetuti itinerari su roccia di grande bellezza e valore alpinistico. Celebre lo spigolo del Sojo D'Uderle aperto con il fedele compagno Cesco Zaltron, poi su punta Sibele, Porta dell'Inferno sempre sul Fumante infine sul Baffelan.


Raffaele Dalle Nogare (xx-yy)

Scledense. Autentico esploratore del Pasubio con numerose prime salite di guglie e vaji. Attivo dal 1928 al 1955. Primo salitore di Fraton, Guglia dei Ronle, Guglia del Diavolo, Emmele basso, Gusela del Toni, Guglia Baio, vajo stretto, non disdegnava le arrampicate solitarie, forse precursore di scalatori divenuti molto più famosi parecchi decenni dopo. Numerosissime le sue ascensioni, tutte nelle nostre zone: forse la più celebre quella sul Fraton di Val Sorapache dedicata agli Scledensi.


Mario Noaro (1922-2002)

40 vie nelle Piccole Dolomiti all'attivo di quest'uomo, salite in Brenta e nel Catinaccio, Torri del Vajolet. Trasferitosi a Schio all'età di 10 anni si appassiona all'alpinismo e il 31/12/1942 a soli 20 anni intraprende una salita invernale solitaria al Gran solco sul Sojo Rosso ma viene sorpreso da una bufera di neve. Dopo una notte passata penosamente all'addiaccio, viene soccorso semi-congelato sulla via del ritorno ma i caldi plediluvi ai piedi cui viene maldestramente sottoposto compiono un disastro: gli costeranno l'amputazione di entrambe le gambe sotto al ginocchio. Proietteranno però Noaro verso nuove sfide e successo come pittore regalandogli riconoscimenti e soddisfazioni.


Bortolo Sandri e Mario Menti

Valdagnesi. Forti sestogradisti, aprono molte vie di arrampicata sulle guglie del Carega (Sisilla, Molesse, Sojo Inferno).

Entrambi arrampicano in Dolomiti insieme a Raffaele Carlesso aprendo alcune vie famose (Torre di Valgrande, Torre Trieste). Muoiono entrambi sulla parete Nord dell'Eiger in uno dei numerosi tragici tentativi che precederanno la vittoria sulla parete da parte delle cordate austriache.


Adriana Valdo (1931-vivente)


Una delle prime donne protagoniste nel vicentino, ma anche in ambito nazionale (membro del Circolo Accademico del CAI). Arrampica nelle Piccole Dolomiti e in Dolomiti con personaggi poi divenuti illustri (Renato Casarotto).


Luigi "Gigi" Grana (1938-1995)

Vicentino, membro del CAAI per il valore espresso nelle sue numerose salite alpinistiche e votato come miglior alpinista italiano nel 1965. In zona ha aperto vie come il camino E al Sojo Rosso, 2 vie irripetute sulla Torre del Motto, l'inaccessa torre Caporali (Novegno). In Dolomiti ha dato l'inizio a quella via che ha poi preso il nome di Biasin-Scalet al Sass Maor compiendone solo una parte e poi ripiegare per non voler utilizzare la tecnica artificiale. Ripetizioni importanti in tutto l'arco alpino e dolomitico.


Marco Dal Bianco (1936-1967)

Meteora dell'alpinismo vicentino prima e dolomitico poi. Muore in giovane età per un incidente di moto. Oltre ad alcune ripetizioni importanti in zona, sul Sojo Rosso traccia la discussa via dello spigolo giallo secondo il principio della "linea a goccia d'acqua" anche con l'utilizzo di chiodi a pressione, una nuova via sul D'Uderle e una sulla Sisilla. Prima salita assoluta alla Pala della Ghiaccia in Catinaccio, celebri e importanti ripetizioni: Cassin-Ratti alle Lavaredo, Cassin alla Torre Trieste, Buhl alla Roda di Vael. E' stato membro del CAAI e a lui è dedicato un bivacco a Passo Ombretta in Marmolada (mt 2727).


Renato Casarotto (1948 – 1986)

Nato ad Arcugnano (VI). E' stato uno dei più grandi alpinisti a livello internazionale con itinerari di roccia e ghiaccio portati a termine in diverse parti del mondo, spesso in solitaria. Sulle nostre Piccole a lui si devono la direttissima al Sojo Rosso, una via sull'Incudine, una sul Campolongo, nonchè parecchie prime ripetizioni invernali e solitarie. Muore per un banale e sfortunato incidente di ritorno dalla sua Magic Line nel K2.


Piero Radin (1944-vivente)

Compagno di tante avventure di Renato Casarotto, non ultima il famoso diedro allo Spiz del Lagunaz nelle Pale di San Lucano. Spedizioni alpinistiche in diverse parti del mondo. Inossidabile e instancabile arrampicatore: troverete tuttora una sua costante presenza nei libricini di passaggio di molte delle salite di roccia vecchie e nuove della zona... e non solo su quelle facili! Ovviamente fa parte del Gruppo Rocciatori Renato Casarotto di Vicenza.


Giannino Scorzato e Ruggero Daniele (viventi)

Affiatata cordata vicentina che negli anni 70' ha aperto e/o ripetuto numerosi itinerari divenuti dei classici. Ricordiamo in particolare l'omonima via sull'Emmele in Cornetto (150 mt - V+) e il recente riscoperto itinerario sullo spigolo N-E del 3° Apostolo (200 mt - VI o V+/A0) che porta anch'esso il loro nome. Entrambi gli itinerari nel sottogruppo del Sengio Alto.


Domenico Dal Molin (Nico) - 1951-vivente

Classe 1951, Accademico del CAI, ex direttore della Scuola di Alpinismo Piccole Dolomiti del CAI di Schio, Nico inizia ad arrampicare nel 1971 durante il servizio militare. L'anno successivo si iscrive alla Scuola succitata ed in poco tempo ripete con grande entusiasmo tutte le classiche di sesto grado delle Piccole Dolomiti e del Monte Cengio, a due passi da casa. Nel 1989 con Flavio Busato (anch'esso Accademico e membro della  Scuola) compie parecchie salite eccellenti nel gruppo del Monte Bianco tra cui: l'Aguille du Fou per la via degli americani, Pilastro Rosso del Bruouillard, la via Major alla Brenva, un'altra diretta americana stavolta al Petit Dru. Con Franco Girotto si reca in Scozia sul Ben Nevis a saggiare le dure salite su neve ghiacciata tipiche del luogo. Poi ancora in Bianco attraverso il Supercolouir al Mont Blanc du Tacul e la via Grassi-Comino alla Pointe de l'Androsace. Nel 1980 la Scuola organizza una spedizione in Karakoroum di cui Nico è capospedizione, purtroppo la vetta del Pasu Peak (mt 7984) non viene raggiunta causa forte innevamento. Nel 1991 non va meglio in Argentina sulle Torri del Paine dove con Flavio Busato si deve arrendere a 200 mt dalla cima lungo la via Bonington. Nonostante i 70 anni, Nico si diletta ancora sulle pareti "di casa" ripetendo vie di VI grado con la classe di sempre.


Franco Perlotto (1957-vivente)

Recoarese, inizia ad arrampicare nel 1971 votandosi più tardi al free climbing, ancora poco diffuso in Italia. Sue alcune vie nuove su Pria Favella, Castello del Kerle, Sojo di Repexon, ma soprattutto importanti ripetizioni solitarie e prime invernali sulle nostre pareti. Esperienze nella Yosemite Valley in California, poi in sud America dove lavora anche come cooperante. Giornalista e scrittore, è stato di recente anche Sindaco di Recoaro Terme. 


DIEGO CAMPI (1956 - vivente)


Pietro Dal Prà (1971-vivente)

Nato a Vicenza. Comincia a frequentare la montagna fin da bambino con la famiglia. Muove i primi passi sulla roccia con il padre sulle Dolomiti, ma è nelle falesie di fondovalle a Lumignano e al Covolo che comincia a dedicarsi seriamente all'arrampicata..

Grazie ad una passione totalizzante ed a una certa predisposizione brucia le tappe e ancora giovanissimo sale vie di arrampicata sportiva di estrema difficoltà, probabilmente fra le più impegnative della metà degli anni ottanta in Italia e nelle falesie più conosciute d'Europa, nel sud della Francia. Fra i quattordici ed i diciassette anni è il più giovane scalatore al mondo a arrampicare su difficoltà estreme. Poi, alla fine degli studi, le avventure dell'arrampicata sportiva in bassa quota non lo soddisfano più completamente e l'esigenza di muoversi e respirare nei grandi spazi alpini lo porta a scoprire le pareti delle Dolomiti e delle Alpi. Per la voglia di vivere quotidianamente le montagne anche in senso professionale, diventa guida alpina all'età di ventun anni. Parallelamente a questa professione, che esercita quasi a tempo pieno, Pietro continua a frequentare le montagne durante tutte le stagioni e sulle pareti dolomitiche firma alcune delle più belle salite, in tutti gli stili, da solo o con compagni, in estate ed in inverno, in prime salite o nella ripetizione degli itinerari più importanti.

Oltre che sulle Dolomiti, sale vie di estrema difficoltà su tante rocce del mondo, dalla Patagonia al nord America. Ciò che più ha caratterizzato l'attività di Pietro Dal Pra è la varietà degli stili delle scalate da lui affrontate. La sua grande passione per l'arrampicata in tutte le sue forme, lo ha portato a salire su tutti i tipi di pareti e di rocce, da quelle di pochi metri in cui l'obiettivo è il raggiungimento della massima difficoltà in totale sicurezza, alle grandi pareti alpine e non solo, teatro per Pietro di un alpinismo pulito, dettato dalla semplice voglia di vivere il mondo verticale e non da quella di produrre imprese alpinistiche. Ciò che ha fatto di Pietro Dal Pra uno dei pochi scalatori al mondo così eclettici, è la sua voglia di sempre nuove esperienze verticali, unita ad un grande stile di arrampicata.


Dino Lagni (1968-vivente)

Nato a Schio. Inizia da giovane con il mezzofondo per poi dedicarsi definitivamente all'arrampicata sportiva. Uno tra i pochi atleti italiani ad avere un impiego e potersi  dedicare all'arrampicata solo nel tempo libero, Dino ottiene risultati di tutto rispetto: vincitore della Coppa Italia 1999, 2000 e 2001 nonchè della prima prova di coppa del mondo del 2000 e campione italiano 2001 infine (ma deve ancora finire di stupirci con le sue prestazioni) spicca la vittoria ottenuta ai campionati mondiali 1999 a Birmingham (Inghilterra) con il titolo di campione del mondo per quell'anno. Attualmente Dino gestisce assieme alla moglie Lisa Benetti (ex-campionessa anche lei) e a Davide Zavagnin la palestra di arrampicata Monkey Island a Torrebelvicino nei pressi di Schio, vera fucina di nuovi talenti dell'arrampicata sportiva. A 50 anni (2018) si concede ancora il lusso di arrampicare sull 8C.